I vantaggi di insegnare ai bambini a condividere il proprio cibo
Chi si ricorda quella puntata di Friends in cui un appuntamento di Joey va male perché “per Joey il cibo è SACRO“? Beh, brutte notizie in arrivo per il bell’attore italo-americano: insegnare a i bambini a condividere il proprio cibo può aiutarli a diventare adulti più altruisti. A dirlo è uno studio dell’Università di Andorra che ha raccolto dati da un campione eterogeneo di 487 giovani belgi.
Copertina: Foto di Andrzej Rembowski da Pixabay
Certo, ogni volta che si citano studi scientifici bisognerebbe stare molto attenti a non decontestualizzarli e a non interpretarli in modo superficiale (quantum entanglement dice niente a nessuno?) quindi cerchiamo di trattare l’argomento senza farci prendere troppo dall’entusiasmo – anche se, visto l’argomento, per noi è molto difficile non emozionarci ?
Lo studio evidenzia una correlazione tra un’infanzia passata condividendo lo stesso cibo a tavola (mangiare insieme non basta) e una maggiore incidenza di attitudini prosociali da adulti. Come suggerivamo anche nell’articolo sui vantaggi dell’agricoltura a km 0, abituarsi a vedere una risorsa (in questo caso, il piatto in tavola) come non infinita e da condividere può aiutare a percepirsi maggiormente come parte di un gruppo e a sviluppare un’ottica di condivisione etica.
La dose è rincarata da Charlotte de Backer, direttrice della ricerca sovramenzionata, che ha scritto al Time:
“Condividere il cibo spinge le persone a porsi domande sulla giustizia (ricevo la stessa quantità di cibo rispetto agli altri?), sull’autorità (“chi viene servito prima?” – e perché? NdR) e sull’avidità (non sempre riesco ad ottenere tutto quello che vorrei)”
Non ci vuole un genio per capire che insegnare ai bambini a porsi simili domande può avere solo risvolti positivi – e pensare che basta una cosa semplice, come un pasto!
E anche se non si è più bambini, non è mai troppo tardi per imparare! Anche chi è adulto può trarre molti benefici da alcune pratiche di condivisione. Come se non bastasse il fatto di entrare in un’ottica di maggior condivisione, mangiare insieme le stesse cose è anche più divertente!
Pensateci anche voi: quando andate a cena fuori con gli amici, è più facile “fare gruppo” ordinando ognuno per sé (comportando un maggior tempo d’attesa, visto che i poveri cuochi devono cucinare quattro o cinque portate diverse contemporaneamente) o prendendo un maxi-piatto da condividere tutti insieme?
Recuperare insieme un senso di comunità è uno dei traguardi di SoLunch. Riteniamo che anche condividendo un piatto durante la pausa-pranzo si possano ottenere grandi benefici. Non solo si passa un bel momento (che per molti, di questi tempi, non è poco), non solo ne possono nascere grandi amicizie o relazioni: anche se non ce se ne accorge subito, pratiche come questa portano ad essere più consapevoli della propria piccola comunità e a creare un senso di solidarietà diffusa.
Per questo, provate a non ascoltare troppo i capricci dei bambini a tavola e ad insegnare loro a mangiare tutti lo stesso cibo.
E se vi trovate fuori casa durante la pausa pranzo, fate un tentativo e provate a vedere se ci sono dei Sochef nella vostra zona. ???