Uno studio dell’Università di Southampton ha evidenziato 3 fattori ambientali e psicologici che influenzano la nostra alimentazione.

No, non stiamo parlando di quando, dopo una rottura, milioni di anni di evoluzione biologica ci portano a sentire il bisogno atavico di gelato e Nutella. O almeno, non stiamo parlando solo di quello… ?

Infatti, non è solo quando siamo tristi che le nostre abitudini alimentari vengono condizionate: ci sono dei fattori psicologici che influenzano le nostre scelte in materia di cibo ogni volta che andiamo a fare la spesa!

Copertina: Foto di Mediamodifier da Pixabay 

Lo dice uno studio dell’Università di Southampton che potete consultare QUI. Per lo studio sono stati messi a confronto i dati raccolti da un pubblico di 753 madri che si erano precedentemente rivolte ad un Sure Start Children’s Centre nell’Hampshire. Alla fine, sono stati riscontrati tre fattori psicologici e ambientali capaci di influenzare le scelte circa l’alimentazione:

  • risorse psicologiche, le quali comprendono: quanto ci si sente in grado di avere controllo sulla propria vita, quanto ci si aspetta da un’eventuale dieta e quanto si è interessati alla nutrizione
  • percezione di disponibilità del cibo, ovvero: quanto si crede di poter trovare facilmente il cibo di cui si ha bisogno
  • percezione di accessibilità al cibo, ovvero: quanto si ritiene di dover spendere per ottenere il cibo che si sta cercando.

Questi tre fattori sono fortemente interconnessi. Per fare un esempio abbastanza ovvio: la mancanza di un ambiente accogliente e ricco di offerta quando si va a fare la spesa influisce sia sulla percezione di disponibilità che di accessibilità, in quanto per ottenere quello che serve bisognerebbe spostarsi e andare magari in posti più costosi, e il passo da “non ho i soldi” a “non ho alcun controllo sulla mia vita” è davvero breve.

Detto così, sembra di aver scoperto l’acqua calda, ma leggendo questo studio abbiamo subito pensato a due nostri post: quello sulla crescente depressione degli italiani (specie fra i più giovani) e quello sui mercatini agricoli a Milano.

Di questi tempi, non solo siamo più inclini a sviluppare disturbi depressivi, siamo anche più convinti di non riuscire a procurarci quello che ci serve ad un prezzo ragionevole. Avendo scritto diversi articoli su come risparmiare, possiamo dirvi che in realtà c’è molto che si può fare a riguardo, ma è anche vero che quando le risorse psicologiche sono basse è difficile mettersi a cercare ambienti migliori e più economici a meno di non sbatterci contro.

Per questo riteniamo che oltre a cercare di creare un ambiente sociale più unito e solidale, si debba anche dare risonanza alle iniziative che permettono di fare la spesa in modo nuovo, abbinando la qualità ad un prezzo equo. In futuro, quindi, ci poniamo l’obiettivo di approfondire la realtà (e soprattutto la reale accessibilità) di iniziative simili ai mercatini di cui parlavamo nell’articolo scorso.

Stay tuned

P.s: Fun-fact – sapevate che un altro modo per avere una dieta più variabile e quindi migliorare sotto tutti e tre gli aspetti di cui parla lo studio che abbiamo citato è mangiare in compagnia? ?